Il mare degli antichi e i suoi pericoli. Tra gorghi, stretti e rupi cozzanti
DOI:
https://doi.org/10.14195/0870-4112_3-2_3Palavras-chave:
Mare; Stretti; Rupi cozzanti; Geografia simbolica; MitoResumo
Nell’immaginario degli antichi, la rappresentazione del mare è caratterizzata da una forte ambivalenza. Il suo spazio rappresenta un riflesso rovesciato del mondo terrestre e la sua superficie costituisce il limite tra una dimensione ben nota all’esperienza e un’altra che rimane oscura e indecifrabile. Come tale, la navigazione può essere metafora tanto di un’esperienza conoscitiva quanto di una prova mortale, dal momento che solcare lo spazio delle acque marine non è mai un’attività esente da rischi. Il presente contributo si focalizza sulla rappresentazione mitica dei pericoli della navigazione per mare nell’antichità e sulla loro geografia simbolica. Esso indaga in particolare l’organizzazione spaziale degli stretti. Una rilevante figurazione mitica dei pericoli dello stretto è costituita dalle cosiddette rupi erranti o “cozzanti”, variamente nominate dalle fonti antiche. Queste rocce mobili rappresentano a pieno l’instabilità del passaggio, e l’ambivalente statuto dello stretto come soglia.
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